Non ho mai conosciuto la mia bisnonna Giulia Balugani, nonna di mia mamma da parte di madre, che mi apparve in una foto trovata in un vecchio comò un giorno d’estate di alcuni anni fa.
Capii subito che era lei per gli occhi chiari, verdi, che tante volte avevo sentito ricordare nei racconti di chi l’aveva conosciuta.
Nella foto, scattata con grande maestria, la bisnonna è a figura intera, con un lungo abito nero e il capo coperto da un fazzoletto, anch’esso nero.
Elegante, posata. Una vera signora.
Accenna a un lieve sorriso, gioviale e distaccato, che esprime la saggezza di una donna che ha allevato quattro figlie da sola, lavorando con loro tabacco in una casa signorile nelle vicinanze di Bologna.
Contemplo la fotografia.
Cerco somiglianze e con sorpresa noto che mamma la ricorda molto.
Quante cose vorrei chiederle ma, vedendola, resterei in silenzio, per devozione e rispetto alla persona anziana.
Viveva al Palazzo del Cucco, nelle vicinanze di Altedo. Mamma ricorda quando, durante la guerra, nonna e le tre figlie vi si rifugiavano di notte per scampare ai bombardamenti.
Immagino la bisnonna altera, ferma e forte nelle situazioni più complesse dettate da periodi storici difficili.
Mi piace però anche pensarla materna e dolce.
Chissà cosa avrebbe detto, vedendo me e i miei cugini bambini.
Mamma conserva la foto nel cassetto del suo comò.
Non la cerco, voglio che lei la conservi con cura.
Della mia bisnonna mi resta la curiosità del giorno in cui la ritrovai.
I racconti con lei protagonista, preziosi.
Angoli di storia che si perpetuano nel tempo e che riaffiorano, fugaci.
Sentirla arrotolare le foglie di tabacco, mentre nella stanza di sprigiona un odore forte, seduta a un grande tavolo in legno massiccio, così comune nelle case di campagna.
Non ho mai conosciuto la mia bisnonna, ma la serbo nel cuore dei ricordi.
Claudia Romagnoli
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